I punti vendita vengono generalmente classificati dalla grande distribuzione per canale in base alla loro dimensione effettivamente adibita ad area di vendita vera e propria, cioè senza calcolare eventuali gallerie commerciali, parcheggi, ecc. ed in base alla profondità dell'assortimento.
Secondo la società Nielsen, i canali di vendita della grande distribuzione sono i seguenti:
Ipermercato: struttura con un'area di vendita al dettaglio superiore ai 2.500 m2.
Supermercato: struttura con un'area di vendita al dettaglio che va dai 400 m2 ai 2.499 m2.
Libero Servizio: struttura con un'area di vendita al dettaglio che va dai 100 m2 ai 399 m2.
Discount: struttura in cui l'assortimento non prevede la presenza di prodotti di marca.
Cash and carry: struttura riservata alla vendita all'ingrosso.
Tradizionali: negozi che vendono prodotti di largo consumo di superficie inferiore ai 100 m2.
Self Service Specialisti Drug: negozi che vendono principalmente prodotti per la cura della casa e della persona.
Nel linguaggio corrente del settore, vi sono anche altre terminologie, che cercano di creare ulteriori segmentazioni.
Iperstore struttura con un'area di vendita al dettaglio che va dai 2.500 m2 ai 3.999 m2.
Superstore struttura con un'area di vendita al dettaglio che va dai 1.500 m2 ai 2.499 m2.
Superette struttura con un'area di vendita al dettaglio che va dai 200 m2 ai 399 m2.
La classificazione per area di vendita è indicativa, è da considerare anche la politica commerciale che sta alla base del punto vendita. Ad esempio il gruppo Interdis individua, con insegna Ipersidis, superfici dai 1500 metri quadri in su, mentre per Il Gigante o Esselunga, i superstore sono negozi dai 2000 ai 4500 metri quadrati circa, mentre vengono considerati ipermercati, ad esempio da Auchan solo i negozi dai 4500 metri quadri in su. Nella realtà, quindi, ogni catena prevede dei format diversi con caratteristiche che spesso esulano dalla metratura, ed attengono, ad esempio, alla presenza in assortimento di prodotti non alimentari o ad un'alta superficie dedicata ai prodotti freschi. Per una miglior comprensione delle unità operative della G.D e della G.D.O è opportuno rifarsi alle definizioni dell'economista Giancarlo Pallavicini, pubblicate nel 1968 per quelle che all'epoca costituivano le tipologie della distribuzione integrata: grandi magazzini, magazzini a prezzo unico, supermercati, catene di negozi, cooperative di consumo, unioni volontarie e gruppi di acquisto, case di vendita per corrispondenza e altre forme del dettaglio integrato (Case di vendita "porta a porta", case di sconto, centri commerciali verso i quali viene prevista l'evoluzione di parte della grande distribuzione, e "drug stores"), che hanno costituito un riferimento per la normativa nazionale e per gli indirizzi della Comunità economica europea[1]
giovedì 27 novembre 2008
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